Luci Simone Raimondo
Foto di Pietro Cavalieri. E di Carmen Panarello.
Un omaggio al Silenzio. Con un tuffo nella parola. Nell’infinito gioco del ricordo
“Dolcezza, incanto, semplice bellezza di certi momenti quasi impossibili da esprimere, compromessi dal peso di un’ assenza che quasi soffoca. Assenze di una persona cara, degli spazi vissuti insieme, sulle quali si impone come un gigante non solo e non tanto quella della meravigliosa nave Virginian, divenuta ospedale durante la guerra, fatta esplodere dopo; ma l’assenza di tutto un secolo, anch’esso esploso o imploso, mentre numeri e date si intrecciano proprio a fissare l’uomo e il suo tempo persino nel gioco inequivocabile di omonimia. Alla ricerca di questo intreccio di silenzi e ricordi, di ombre scomparse e giocolieri del ‘ragtime’, di emigranti ed equipaggi improbabili, l’ultimo estremo tentativo è ancora una volta ‘il teatro nel teatro’, un ‘al di là’ in cui poter ricomporre i brandelli del tempo ( letteralmente il ragtime )/ spazio perduto, grazie alle ultime parole di un amico mai sceso sulla terraferma.” C.P.