Stridore Sussurro

Stridore Sussurro
A cura di
Barbara Marsala e Carmen Panarello. Gesto pittorico dal vivo a cura di Serena Marsala
Autore
da Alda Merini
Regia
Carmen Panarello
Interpreti
Carmen Panarello
Anno
2004
Luogo
Teatro Maria Annibale di Francia - Messina
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“Stridore Sussurro” è un monologo teatrale a più voci : video, azione scenica, musica, gesto pittorico.

Dilagare nella parola di Alda Merini, perdersi con lei nelle sue altalene continue tra spazi lirici e crudeli e inorridite immagini della realtà, e poi ancora schiaffi carezze fuoco spirito e materia; accogliere il suo scavo interiore impietoso e vigoroso: questo è ciò che ha condotto la scelta delle opere della poetessa da cui si snoda il copione realizzato per la messa in scena teatrale,una lunga traccia, un racconto, un infinito soliloquio.

L’azione  dell’attrice, una Barbona poetessa,è quella di un personaggio evocato dalla stessa Merini , e che  racconta al pubblico la ricerca umana e artistica, agìta tra due motivi della sua stessa opera e di cui la performance si fa luogo di riflessione : il sussurro di uno spirito divino che anima le nostre vite  e con le quali, se dapprima stride, fino al dolore , poi invece genera arte.

A un dio e all’arte la Barbona poetessa si abbandona dunque come ad amanti, tra rabbia e sogni.

Cullata in scena  dalla musica,companga di gioco e languidezza;  dal gesto pittorico,  che ne segue il ritmo interiore elaborandolo in un suo percorso che trova spazio nella tela; dalle immagini di video , tra cui alcune da il sublime “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini,  che ne riprendono i sogni li ampliano e , in libera associazione , la ampliano, la fissano in un altro moto d’arte.

Nella performance si alternano sia i versi delicati di una donna sempre abbandonata all’evento d’amore che commuove e divora; sia ‘il tormento ’ della prosa dell’autrice che si articolano nella ricerca quasi doverosa di una ragione e di una perdizione.

Parte dell’opera di Alda Merini, è una lunga domanda sul senso religioso della vita che batte dentro di noi, una riflessione intorno alla figura di Cristo, cantato come Uomo Amante e fonte di amore, e creatività artistica, nel quale perdersi e ritrovarsi,come in uno specchio in cui gioie e dolori, momenti e angelici e demoniaci della propria vita, senza posa si alternano.

Il profilo della poetessa-barbona, diviene angelico e diabolico , stride e sussurra insieme dialogando con il pubblico e con i personali fantasmi cercando Dio, cercando sé stessa.

Fantastica e devastata fanciulla che può così far rinascere gli angeli dal fango, l’opera d’arte dalla prostrazione.

 

Carmen Panarello